Non devi #1

2006

I lavori delle serie “Devi” e “Non devi”, partono da tutte quelle imposizioni che fin da piccoli siamo abituati a ricevere. Frasi lapidarie che mi hanno sempre colpito perché sembrano essere alla base del sistema educativo, e hanno a che fare con ciò che non si deve fare o che, viceversa, si deve assolutamente fare – o essere. “Non devi sbagliare” e “Devi essere forte”, esortazioni che abbiamo sentite più volte, detteci da altri o anche da noi medesimi.
Il tema è molto vasto, riguarda quello che ci aspettiamo dagli altri e quello che ci aspettiamo da noi stessi, quello che ci si aspetta da una donna e quello che ci si aspetta da un uomo, e così via. Condizionamenti che ci accompagnano fin da bambini, e che ognuno ha imparato a gestire – o a farsi gestire – in modo diverso.
In quest’opera è indagato il rapporto che abbiamo con “l’errore”. Sbagliare dovrebbe essere un’occasione di arricchimento, invece diventa qualcosa da esorcizzare e non ci si mette alla prova per “paura di sbagliare”.
Il lavoro è fatto di un semplice pannello di cartoncino spesso, verniciato di bianco, con la frase intagliata, in modo che il faretto sospeso sopra il pannello proietti le parole sul pavimento. La sospensione con due sottili fili di nylon, rende il tutto molto precario, e basta passarci accanto perché tutto si muova e la scritta luminosa vada a toccare i cocci di vetro che la circondano. Una instabilità che entra in conflitto con la perentorietà delle richiesta.

100 x 70 cm (pannello)
Cartoncino, nylon, vetro, faretto alogeno