2016
Nelle opere pittoriche che rientrano nel genere “natura morta”, un genere molto in voga nel ‘600, ci sono degli oggetti che immancabilmente vengono riproposti nella gran parte delle composizioni. Ognuno di essi porta con sé un significato particolare, spesso legato a temi religiosi, oppure ha una funzione ‘compositiva’, come il ‘coltello’, spesso usato come ‘linea guida’ per portare lo sguardo all’interno dell’opera.
Ma il carattere che risulta indubbiamente comune a tutte queste opere è quello della ‘transitorietà’, perché tutto quanto si vede è effimero e destinato a perire.
Nel mio lavoro i singoli oggetti appaiono fisicamente isolati. I calchi, eseguiti con più strati di carta giapponese, sono posti in altrettante light-box. La retroilluminazione mette in evidenza i vari strati sovrapposti, come nelle immagini x-rays, e contribuisce a veicolare quella idea di ‘immaterialità’ che è il significato profondo di una natura morta.
24x24x11 cm ogni singola light-box
Legno, carta, led luminosi
Still life. De-Composition
In the paintings within the genre “still life”, a very popular genre in the ‘600, there are objects that are invariably repeated in most of the compositions. Each of them carries a special meaning – often linked to religious subjects – or has a ‘compositional’ function – like a knife, often used as a ‘guideline’ to bring the viewer’s gaze inside the work.
But the common character to all these works is undoubtedly that of ‘impermanence’, because everything you see is ephemeral and perishable.
In my artwork, individual objects appear physically isolated. The casts, executed with many layers of Japanese paper, are placed in as many light-boxes. The backlight highlights the various layers, such as the x-ray images, and helps to convey that idea of ‘immateriality’ which is the deep meaning of a still life.
24x24x11 cm each light-box
Wood, paper, led